No Pain, No Gain tutta la verità
Come un motto può diventare condanna
Dai Romani fino ad Hitler, storia di una violenza, chiamata con tanti nomi, che sembra trasversale ad ogni “cultura” – no pain, no gain è un motto antico, che andrebbe abolito per sempre.
No pain no gain, un modo dire degli anglosassoni secondo il quale “non c’è progresso senza dolore”, “se non soffri non progredisci”.
E’ stato usato per la prima volta da Jane Fonda nei suoi video di aerobica per “casalinghe disperate” famosi negli anni 80.
Il che dovrebbe già far comprendere il livello.
Qualcuno ci ha provato, abbiamo un cibo indecente, una cultura del corpo senza senso, allora cosa facciamo?
Motiviamoli, facciamoli esaltare, facciamoli sentire speciali, unici, facciamogli credere che anche se sono indecenti, possono diventare unici e prestanti come i “grandi”
Pensa grande, diventa grande. Think big.
E questo se da una parte è comprensibile, si sono persi molti pezzi per strada, creando un vero e proprio delirio collettivo, dimenticandosi una cosa di base:
“se motivi un demente avrai un demente motivato” Cit. Andrea Favaretto
E di dementi motivati il fantomatico e plurifantasioso mondo del “fritness” non solo è pieno, ma ci si nutre.
(nutrisi nel senso che li spreme per le sue operazioni di marketing)
Questo motto nel tempo è diventato sinonimo di “figo” di “macho” di TUTTO
“No pain, no gain” è sulle maglie, esistono gruppi su facebook (centinaia) esiste la convinzione radicata nella mente di molti, quotidiana, omnipresente.
E’ il motto di chi pensa non solo che la sua sofferenza abbia finalmente un senso, ma che senza sofferenza nulla puoi ottenere.
Una volta erano i bodybuilder oggi sono quelli del crossfit insomma soliti idioti per attività diverse. Se vuoi leggere funzionale mandiamoli a zappare clicca QUI
Analizziamo, tutto questo è come dire: “tranquillo, hai finalmente un senso alla tua vita di merda, costellata di dolore continuo e fallimenti, tranquillo, perché tutto questo dolore, sarà il tuo guadano”
Attenzione, tutto questo ha un messaggio ancora più subdolo, al quale la povera Jane, non avrebbe mai pensato.
Se non soffri beh allora non va bene, se ottieni con felicità e soddisfazione, allora non va bene, se fai quello che ti piace e sei felice, guardati attorno perché non è normale.
Il normale E’ NO PAIN NO GAIN.
Così oggi alcuni presi da questo delirio, fanno di tutto quel dolore per alimentarlo e sentirlo.
Ci godono a star male anche se poi se ne lamentano, così trovi post di no pain no gain, che sono disperati per lavoro, denaro, incazzati con il mondo e che non capiscono come mai nonostante il loro immenso dolore, nulla o poco guadagnano se non un immensa vita indecente.
Cosa significava originariamente questo motto?
L’allenamento lo devi portare fino alla percezione del dolore durante l’esercizio perché è l’unica garanzia che si sta facendo lavorare il fisico.
Un vero dogma che ci hanno inculcato dal professore di educazione fisica delle scuole medie all’istruttore sportivo, fino ad ogni “celebropeso” “fritness” da palestra.
Ma com’è stato scritto qualche anno fa “si può dire senza tema di smentite che ne ha uccisi più questo adagio che gli anabolizzanti…”.
O meglio si può dire che mediamente chi usa ed abusa di anabolizzanti, chi vorrebbe ma ha paura e quelli che adorano le donne con facce e muscoli come uomini e gli uomini come alieni e quelli che amano il no pain, no gain, troppo spesso coincidono miseramente.
Dove sta l’idiozia? beh che chi sta pagando siamo noi ovviamente, e come potremmo guadagnare qualcosa facendolo pagare in termini di dolore al nostro corpo?
come si può anche solo pensare, che questa vita che si manifesta in ogni sua forma e modo, spontaneamente, costantemente, fantasticamente, abbia bisogno di “dolore” per esprimersi al meglio?
Ma lasciando questi concetti filosofici ed andando nello specifico anche la scienza da tempo dimostra come questo concetto non solo sia deleterio per articolazioni e tendini, legamenti, sistema cardiocircolatorio, e non porti risultati extra per il comparto muscolare ed ipertrofico, che rimane ben saldo sui suoi principi fisiologici e biochimici.
Certo, se inietti nel tuo corpo droga che ti porta ad ammalarti ed a morire, (l’età media dei Bodybuilder professionisti è di 45 anni).
Se hai problemi costanti con il tuo corpo che non è come lo vorresti, perché lo vorresti come non potrebbe mai essere naturalmente.
Se hai avuto un infanzia che ti ha segnato a tal punto da ammalarti, capisco bene che un senso alla tua malattia mentale lo devi trovare.
Serve una giustificazione alla tua dipendenza, la devi trovare.
Serve un obbiettivo per una vita che non ha nessun valore, fine a se stessa.
E quale miglior slogan di uno che giustifica tutto questo, che finalmente da un senso a qualcosa che senso non lo ha?
No pain, No Gain, eccolo servito.
Il problema poi è che a volte il no pain no gain funziona.
Si progredisce, ci si eleva, a furia di colpi e frustate.
E poi si ricade, sempre… perché se hai fatto pagare al tuo corpo un prezzo, questo ti tornerà indietro altro che guadagno.
Tutto finirà e si frantumerà appena finito il ciclo di droga, appena il corpo non riuscirà più a supportare la mente turbata.
Ma tutto questo ha radici antiche che hanno sempre giustificato gli eroi di altri tempi.
Dalla frustrazione, ha fatto nascere il bisogno di frustrazione.
Dalla sofferenza, ha fatto nascere il bisogno di sofferenza.
« La mia pedagogia è dura.
Bisogna eliminare la debolezza. Negli Ordensburgen formiamo una gioventù di cui il mondo avrà paura.
Voglio una gioventù violenta, dominatrice, coraggiosa e crudele. Deve saper sopportare la sofferenza.
Non deve avere niente di debole né di dolce. Che la scintilla della belva feroce libera e magnifica torni a brillare nei suoi occhi.
Voglio che la mia gioventù sia forte e bella. Così potrò creare l’ordine nuovo » (Adolf Hitler)
Vediamo dove porta il voler creare con la violenza un ordine nuovo, sia esso dentro o fuori di noi…
Ed ancora prima di lui quella Romana, ed ancora nella prima e nella seconda guerra mondiale, sacrificio per la patria, per la guerra, per la terra, per la famiglia, per il dolore, per trovare un senso al fatto che morire a 30 anni, un senso non lo ha.
Quanto dolore, quanta violenza, da oriente ad occidente, i primi nei confronti di se stessi, obbligandosi a dogmi ed etica sociale, i secondi nei confronti degli altri, nel bisogno di imporre il proprio credo, fede, dogma. Partendo dall’assunto ho ragione.
Ma tranquilli oggi succede anche alla scienza che ha le radici in questa cultura!
Ed allora no pain, no gain
Il dolore fisico è una spia che si sta superando un limite, che si sta facendo qualcosa di scorretto.
L’allenamento migliore non è quello che “fa sentire male”, ma quello che ci porta a comprendere come ottenere il meglio senza sentirlo.
Il dolore fisico, sono le sensazioni con cui il corpo ci parla, ed imparare a comunicare al meglio con lui è il mezzo primo per evolvere, per rispettarlo, per comprenderlo e vivere in armonia.
Il senso del movimento, dovrebbe essere questo, armonizzare bisogni e sogni, permettere alla mente non di voler imporre al corpo, ma di armonizzarsi con esso, di trovare in esso il suo miglior alleato, creando una sinergia di forza e capacità, di possibilità ed evoluzione.
Così perdonateli, non solo non sanno storicamente quello che dicono, non sanno quello che fanno, come lo fanno, e quando non sai, non puoi, non comprendi, allora il dolore è l’unica strada.
Ora avete una scelta, ora potete scegliere, ma ricordatevi, che qualunque sia la vostra, al vostro corpo non interesserà minimamente, lui rispetta solo la sua biochimica, sta a voi comprenderlo.
Ed il movimento diventerà comprensione profonda della stessa vita.
Solo per i curiosi: no pain, no gain e scienza “
In un recente studio, Izquierdo et al. (2006) hanno esaminato le risposte ormonali in un programma coi pesi di 11 settimane suddiviso in un gruppo a cedimento, e uno a non-cedimento (secondo gruppo), seguito da un identico protocollo di forza e potenza della durata di 5 settimane assegnato ad entrambi i gruppi.
I soggetti erano 42 maschi fisicamente attivi suddivisi a caso nei due gruppi.
I risultati hanno dimostrato che 11 settimane di allenamento a cedimento e non a cedimento hanno portato vantaggi in termini simili di forza massimale (1RM), potenza muscolare del braccio e muscoli estensori delle gambe, e il numero massimo di ripetizioni nello squat.
Tuttavia, dopo un identico periodo di 5 settimane eseguendo un programma di allenamento per la forza massima e potenza, il gruppo non a cedimento ha mostrato maggiori aumenti della forza, potenza, livelli di testosterone, e ridotti livelli cortisolo rispetto al gruppo a cedimento….”
Ergo, è inutile.
Francesco Menconi
Ciao, sono Francesco Menconi... Nella mia attività quotidiana di Health Trainer ed esperto in metodologie Antiaging & Antistress, cerco innanzitutto di far innamorare le persone del loro corpo, attraverso la comprensione di sé che passa anche attraverso il movimento, perché solo vicini al corpo è possibile trovare il vero benessere... Mi piace scrivere per condividere quel poco che so su questo miracolo chiamato corpo umano.. Ho scritto 4 libri, i più importanti: "Ama il corpo tuo come te stesso, vivi circadiano" che ha venduto oltre 4800 copie ed il mio nuovo libro uscito a Dicembre 2021 "Accidia, dall'esistere, all'essere" Se ti va, scrivimi i tuoi pensieri lasciandomi un tuo commento...
Gisella
Si penso questo motto crea dei disastri di pensiero! su cio’ che e’la realta’dello star bene e saper al corpo un equlibrio costante nelle ore, nei giorni o nei mesi.
#Francesco Menconi
Assolutamente d’accordo con te Gisella, spesso siamo impegnati a pensare quanto la mente possa essere utile nel motivarci e non ci rendiamo conto che legata ad abitudini e parole, spesso è il vero motivo del nostro malessere. Se si vuol cambiare ma si rimane legati a certi paradigmi è inutile il cambiamento…
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